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Caro Senatore Morra, ieri ho assistito in streming e poi nel prgramma di Telese, sulla 7, alla festa e alla discussione per il "giorno della restituzione". Mi sono identificato più volte nel gesto collettivo, nel significato sociale e istituzionale che gli avete attribuito, nella destinazione del denaro restituito al Fondo per l'ammortamento dei titoli di stato, nelle motivazioni che lei personalmente ha attribuito all'ostensione dell'assegno-lenzuolo del milione e 569.941 euro.

Avendo letto il suo profilo, aggiungo particolari biografici non necessari, ma umanamente, a mio parere, simpatici.Intanto le faccio molti auguri per il suo 50°compleanno, che cade oggi. Il mio amico Evandro Agazzi disse che a 50 anni si sentiva l'Evandro d'oro. Le auguro di sentirsi il Nicola d'oro, per il gesto che ha fatto, usando la stima acquisita come una moneta da spendere per il Paese.

Mi sono laureato in filosofia il 1958, a Milano Cattolica, e ho insegnato storia e filosofia per una decina d'anni, fra Tradate, Carpi e Reggio Emilia. Ho avuto il primo incarico universitario di Pedagogia a Cosenza e sono cittadino onorario di Praja a Mare. La mia prima figlia è nata nel 1961.
Credo non inutili queste citazioni, perché è sulla base di motivazioni personali, familiari, esistenziali, sociali che ho deciso di fare, nel settembre "nero" del 1992, quello che voi 5 Stelle, con ben altro impegno socio-politico collettivo avete fatto ieri, nel corso di questa maxicrisi. Ho continuato per un anno e mezzo a fare i versamenti del 10% del mio stipendio di universitario. Ho incontrato per caso in treno l'allora direttore generale del Tesoro Piemontese e ho ottenuto che l'allora ministro Barucci facesse inserire nella legge 432/1994, dedicato al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato, la previsione di versamenti volontari. Si tratta del cap 30 capo X. Nei primi anni, grazie alla iniziativa dell'ARDeP, allora neonata associazione per la riduzione del debito pubblico, ci finirono una cinquantina di milioni di lire. E' a questo capitolo, immagino, che vi siete serviti  voi per i vostri versamenti volontari. Si noti: questo fondo è dedicato a ridurre i titoli di stato circolanti e cioè a ridurre il debito e la necessità di emettere nuovi titoli di stato, con beneficio dell'erario e dell'immagine dell'Italia sui mercati e in Europa. Noi infatti siamo sorvegliati speciali e non possiamo avere possibilità di uscire se non di poco dal 3%, perché abbiamo un debito, il cui servizio, per interessi, cii costa una novantina di miliardi l'anno. Ho sentito dire che per ora questi soldi li mettete in questo Fondo, in attesa di collocarli in un luogo più socialmente visibile. Sarebbe un errore. Il debito è stato fatto proprio perché non era visibile, mentre visibili erano i soldi stampati per compiacere questo e quello, lasciando sulle spalle dei figli (fra cui per me c'è anche lei) i nostri debiti.
Col "fazzolettino" che mi permetto di accostare al vostro Lenzuolo vorrei dire che non sono pentito di quello che ho fatto. La mia famiglia è d'accordo che si può anche vivere con meno soldi, se ci sono di mezzo la giustizia anche intergenerazionale, la sopravvivenza del Paese e le stesse libertà democratiche. Poi ci vogliono buone leggi fiscali e altro. Ma intanto teniamo duro sulla riduzione del debito. Spero che possa dare un'occhiata al sito dell'ARDeP, associazione per la riduzione del debito pubblico, che documenta oltre un ventennio di battaglie ideali, che non sono state inutili anche grazie a persone come lei. (www.ardep.it) (www.lucianocorradini.it). Speriamo vivamente che sviluppiate queste idee, promuovendo una campagna non autoreferenziale, ma "contagiosa". Ne abbiamo scritto al presidente Letta e ai presidenti di Camera e Senato. Per ora non abbiamo ricevuto risposta. Al Quirinale il dr. Marra conosce da tempo la nostra associazione. Grazie e spero che possa rispondere a un vecchio collega. (334 333 69 96). L.C.

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