Ecco chi ha comprato il debito pubblico italiano

A cura di OPQ Finance

Un rapporto del centro studi di Confindustria fa il punto sulla composizione dei detentori dei titoli di Stato italiani, distribuita tra il 2022 e il 2024. Secondo l’analisi, si è registrato un “‘riequilibrio” nell’assetto dei titoli, con una presenza in calo di banche e assicurazioni e un aumento del coinvolgimento di famiglie e imprese. Il settore finanziario è sceso al 23,8% del totale, in diminuzione dal 29,1% di due anni fa. Al contrario, la quota detenuta da famiglie e imprese è salita dal 6% al 14,1%, una variazione che rappresenta una maggiore stabilità per la finanza italiana.

La quota di titoli pubblici detenuti da investitori italiani è salita al 45,1% nel primo trimestre del 2024, rispetto al 41,6% registrato nello stesso periodo del 2022. Inoltre, la Banca d’Italia continua a mantenere una consistente porzione di titoli (26,8%), derivante dagli acquisti della Bce. La quota di investitori stranieri, invece, si attesta al 28,1%: inferiore rispetto a Paesi come la Germania e la Francia, dove oltre metà del debito pubblico è posseduto da investitori stranieri.

Il rapporto evidenzia una crescita dei titoli di Stato nelle mani delle famiglie italiane, con un aumento di 109 miliardi nel primo trimestre del 2024 rispetto all’anno precedente. Dal minimo del 4,7% di inizio 2022, la percentuale detenuta dalle famiglie è salita al 12,1% nel 2024, segnando un nuovo massimo storico di 295 miliardi, di cui 263 miliardi in titoli a lungo termine. Anche le imprese italiane hanno aumentato i loro investimenti in titoli di Stato, sebbene in misura minore rispetto alle famiglie. La loro quota ha raggiunto il 2% del totale nel 2024.

Fonte: L’Eco di Bergamo del 12 novembre 2024 – Inserto “Economia & Risparmio”