Se Meloni ignora lo spread

Lo sappiamo. È il Presidente della Repubblica che nomina il Presidente del Consiglio dei ministri (art. 92 Costituzione). Con quale criterio? Dato che presiedere il Governo della Repubblica è una funzione pubblica che evidentemente richiede un’adeguata preparazione, sarebbe utile che i candidati dimostrassero la necessaria competenza a ricoprire il ruolo.

Purtroppo non è il caso dell’attuale Presidente del Consiglio dei ministri, poiché il 15 maggio, durante il “question time” alla Camera, uno dei momenti in cui i membri del governo rispondono alle domande dei parlamentari, Giorgia Meloni ha detto una frase con un madornale errore sul piano economico: «Lo spread oggi è sotto i 100 punti base. Significa che i titoli di stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di stato tedeschi».

Da decenni, soprattutto dai telegiornali, siamo informati sull’andamento del famigerato spread, che misura la differenza tra il tasso di interesse sui titoli di stato italiani e quello sui titoli tedeschi, punto di riferimento per tutti gli stati europei. Cento punti base significa che, se gli interessi sui titoli tedeschi sono al 2,5%, quelli dei titoli italiani sono al 3,5%. Più alto è l’interesse, più a rischio sono considerati i titoli. Esattamente il contrario di quello che ha dichiarato Giorgia Meloni, dimostrando di non aver capito nulla dello spread.

Si tenga presente che il debito pubblico italiano ammonta a circa 3.000 miliardi di euro e l’1% di maggiori interessi significa 30 miliardi di euro, che corrisponde al valore dell’intera legge di bilancio. Basta un confronto con i più importanti Paesi della zona Euro per comprendere quanto sia poco invidiabile la posizione dell’Italia nella classifica dello spread: Paesi Bassi 22, Irlanda 28, Austria 39, Finlandia 45, Slovenia 47, Portogallo 49, Belgio 53, Spagna 62, Francia 67, Grecia 73, Slovacchia 92 e Italia 100, all’ultimo posto.

Domanda: è possibile che chi presiede il Governo sia totalmente ignorante in materia di debito pubblico, rappresentato dai titoli di stato, cioè dai prestiti degli investitori e dei risparmiatori allo stato?  È opportuno ricordare che le pubbliche amministrazioni devono assicurare l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico (art. 97 Costituzione).

Non si può nemmeno pensare che la dichiarazione di Giorgia Meloni sia stata una svista in un discorso improvvisato a braccio. La Presidente del Consiglio dei ministri stava parlando di fronte al Parlamento e stava leggendo un testo scritto, perciò appositamente preparato. Il colmo è che subito dopo aver parlato (a vanvera) dello spread, Giorgia Meloni ha aggiunto: «Io penso che la credibilità del Governo e delle Istituzioni siano la principale riforma economica di cui necessita l’Italia».

Il filosofo francese Jean Baudrillard ha scritto: «Governare oggi significa dare segni accettabili di credibilità». Evidentemente Giorgia Meloni non l’ha letto.