Ciò che Matteo Salvini vorrebbe ignorare

di Rocco Artifoni

“Se serve, ignoreremo il tetto del 3%”, è la dichiarazione di guerra ai parametri europei sul fronte dei conti pubblici del leader leghista Matteo Salvini. Il fatto che questa frase sia stata pronunciata in una conferenza stampa a Strasburgo, autorizza a pensare che non si tratti di una battuta.

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La finanza pubblica secondo la Corte dei Conti

di Rocco Artifoni

Nell’impostazione della Costituzione italiana il Governo (Titolo III dell’Organizzazione della Repubblica) è composto da tre Istituzioni: il Consiglio dei Ministri, la Pubblica Amministrazione e gli Enti Ausiliari. Tra questi ultimi “la Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato” (art. 100).

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Una nuova cultura della legalità fiscale

Talvolta capita davvero di guardare la pagliuzza e non la trave. Così viene da pensare osservando in modo critico il dibattito politico sul rispetto dei parametri europei per il deficit di bilancio. Da Bruxelles chiedono all’Italia di diminuire il rapporto deficit/PIL dello 0,2%, che corrisponde a 3,4 miliardi di euro.

Da settimane si discute in modo animato di questi decimali in percentuale e della cosiddetta “manovrina” che il Governo ha varato per recuperare i pochi miliardi richiesti. 

Colpisce tanta attenzione per un dettaglio di secondaria importanza, quando il vero problema è il rapporto debito/PIL, che ha superato il 133%, cioè oltre 2.250,4 miliardi di euro al 31 gennaio 2017 (fonte: Banca d’Italia). Dato che il debito è superiore di 662 volte l’ammontare della “manovrina”, forse sarebbe il caso di porci seriamente qualche domanda sul futuro del nostro Paese. Le reiterate promesse di diminuzione del debito e del raggiungimento del pareggio di bilancio vengono puntualmente disattese. Ogni anno si rimanda all’anno successivo, senza spiegazioni.

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Quel debito che non cala mai

Rocco Artifoni

Purtroppo anche nel 2016 le previsioni del Governo sulla riduzione del debito pubblico italiano si sono dimostrate errate. La Banca d’Italia ha pubblicato le stime del debito e del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche per l’anno 2016. Al termine dello scorso anno il debito pubblico era pari a 2.217,7 miliardi di euro, mentre un anno prima il debito ammontava a 2.172,7 miliardi. Di conseguenza il debito nel 2016 è aumentato di 45 miliardi di euro.

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Perché la “Forfait Tax” è iniqua

Anzitutto è sbagliata la definizione: non si tratta di una “Flat Tax”, ma di una “Forfait Tax”.
Ci riferiamo all’imposta sostitutiva – per l’ammontare di 100mila euro annui – che il sistema tributario italiano prevede per i cittadini stranieri che decidano di trasferire la residenza fiscale in Italia relativamente ai redditi prodotti all’estero.

Infatti, la “Flat Tax” è un’imposta applicata al reddito in modo proporzionale, diversamente dal criterio di progressività che comporta l’aumento della percentuale delle aliquote fiscali con l’incremento del reddito imponibile. Invece, la misura fiscale introdotta dall’ultima legge di stabilità con la finalità di attrarre in Italia persone con molto ricche, andrebbe definita più correttamente come una “Forfait Tax”, poiché stabilisce un importo fisso da pagare indipendentemente dal reddito.

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Luci e ombre nella lotta all’evasione fiscale

di Rocco Artifoni

Quadruplicati in 10 anni. Stiamo parlando dei miliardi di euro che ogni anno l’Agenzia delle Entrate recupera dall’evasione fiscale. Infatti, dai 4,4 miliardi del 2006 – con un sostanziale continuo incremento – si è arrivati agli oltre 19 miliardi rientrati nel 2016. In questo caso sicuramente possiamo dire che c’è qualcosa che in Italia sta migliorando in modo strutturale. Tutto bene quindi?

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Come rottamare il sistema tributario

Prima gli 80 euro mensili ad alcuni lavoratori dipendenti, poi 500 euro agli insegnanti, successivamente 500 euro ai diciottenni e adesso 800 euro alle donne in stato di gravidanza. La distribuzione governativa di mance sembra aver preso un posto chiave nel sistema tributario.

La parola d’ordine è e resta “rottamazione”. Abolizione di Equitalia, anzitutto, tagliando drasticamente le multe a chi non aveva pagato. Una beffa per gli onesti, un favore ai furbi e agli evasori.

Avanti con la possibilità di far rientrare i capitali portati all’estero e persino quelli nascosti in Italia. Con un contributo forfetario si risolve tutto e si rottama il passato: chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

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Il superammortamento e l’evasione funeraria

Scaricare: è questo il mantra di molti imprenditori e commercialisti. Scaricare ogni spesa totalmente. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che si potesse arrivare a scaricare anche ciò che non è stato speso. Non sappiamo a chi sia venuta in mente una proposta così stupefacente, ma risulta con certezza che il Governo l’ha inserita nella Legge di stabilità per il 2016 e il Parlamento l’ha approvata. Stiamo parlando del cosiddetto “superammortamento”, cioè una norma che consente alle imprese e ai lavoratori autonomi di “scaricare” il 140% del costo dei beni strumentali acquistati.

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