Lo stato migliore non è quello dove sono le leggi migliori, ma quello dove sono gli uomini migliori.
(A. Genovesi, 1765)
Non ne posso più. Sono stanco di sentire ogni giorno persone che se la prendono con la classe politica.
Lo stato migliore non è quello dove sono le leggi migliori, ma quello dove sono gli uomini migliori.
(A. Genovesi, 1765)
Non ne posso più. Sono stanco di sentire ogni giorno persone che se la prendono con la classe politica.
La provocazione ancora attuale di Luciano Corradini.
Sono trascorsi 20 anni, ma la situazione non è molto cambiata. Il 26 settembre del 1992 Luciano Corradini, professore di pedagogia all’Università di Roma e vicepresidente del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, si reca in un ufficio postale e versa 500 mila lire come “contributo volontario al risanamento del bilancio dello Stato” italiano. Quello stesso giorno scrive a Giuliano Amato, presidente del Consiglio dei Ministri: “ho deciso di versare mensilmente all’erario 500 mila lire, oltre ovviamente a ciò che debbo in quanto cittadino, finché perdureranno le attuali difficoltà dell’Italia”. E in effetti in quel periodo il nostro Paese era “sull’orlo del baratro, cioè della bancarotta.
Almeno due “spettri” si aggirano sempre più spesso per l’Europa: si chiamano povertà e disoccupazione, soprattutto per i giovani. Nella Conferenza di politica dell’occupazione, che si è tenuta il 6 e il 7 settembre a Bruxelles, sono state stimate in 116 milioni le persone a rischio povertà nei Paesi dell’Unione Europea. E ci sono quasi 8 milioni di giovani tra i 15 e i 24 anni che non stanno studiando e che non hanno un impiego. I Paesi con le percentuali più alte di disoccupazione giovanile nell’area Euro sono Grecia, Spagna e Italia. Questi i dati che descrivono il presente.
Il metodo è relativamente semplice: incrociare i dati dei consumi con quelli dei redditi. Risultato: verificare l’eventuale incongruenza tra tenore di vita e guadagni dichiarati, cioè l’evasione fiscale. Così hanno fatto i ricercatori del Centro studi Sintesi per stilare la classifica dell’evasione fiscale dei contribuenti italiani (presunta ma certamente non inventata …).
Ad ogni provincia hanno attribuito un punteggio, più elevato se gli abitanti dimostrano una congruenza tra dichiarazione dei redditi e benessere economico, più basso per i territori in cui i dati economici mostrano un rischio evasione. Le aree più virtuose risultano essere nell’ordine: Trieste, Milano e Bologna. In fondo alla classifica troviamo alcune realtà della Sicilia: Ragusa, Catania e Agrigento. I risultati non sorprendono, se confrontati con altre ricerche precedenti.
Le Borse sono nate con una finalità positiva: dare a tutti la possibilità di partecipare alla proprietà delle imprese. In Italia è scritto anche nella Costituzione, che “favorisce l’accesso all’investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese” (art. 47). In realtà oggi è sempre più evidente che le Borse e varie forme di investimento sono diventate un’altra forma del gioco d’azzardo, spesso con un trucco evidente e – peggio – consentito dalle leggi vigenti. Anzitutto la quotazione di un’azione dovrebbe essere in relazione con il valore di una società. Sappiamo invece che il prezzo dipende prevalentemente dal mercato della domanda/offerta.
Ci risiamo. Il Ministro Tremonti ha dichiarato di ritenere “giusto un sistema con 3 aliquote” IRPEF. Non so come possa utilizzare il termine “giusto”. Basta rileggere l’art. 53 della Costituzione per capire quanto sia improprio parlare di “giustizia” per un sistema basato soltanto su 3 aliquote, mentre dovrebbe essere “informato a criteri di progressività”.
Vorrei ricordare che la legge 825 del 1971 in applicazione dell’art. 53 della Costituzione prevedeva 32 aliquote. Anche un alunno della scuola primaria può capire che più sono le aliquote più si concretizza il criterio della progressività. Giustizia è tener conto il più possibile delle diversità. Fare parti eguali tra diseguali è la più odiosa delle ingiustizie, diceva don Lorenzo Milani.
Se ogni cittadino avesse il diritto e l’interesse a scalare dal reddito lordo ogni spesa effettuata, chiederebbe e conserverebbe tutta la documentazione utile: fatture, scontrini fiscali, ricevute, ecc. L’evasione fiscale non avrebbe più spazio.
L’attuale sistema fiscale penalizza le famiglie e i giovani! => Abbiamo tassato il futuro
Rivedere la tassazione sui risparmi e sui redditi da affitto
Il risparmio è certamente un bene, che giustamente la Costituzione «incoraggia e tutela» (art. 47). È sicuramente un valore, soprattutto se lo intendiamo come saggia propensione a “non fare mai il passo più lungo della gamba”, tramandataci dai nostri nonni. È il contrario della propensione moderna ad acquistare beni senza avere le risorse per farlo. Molte persone si muovono in pubblico con automobili lussuose, ma poi confessano in privato che in realtà la vettura non è di loro proprietà, almeno fino a quando non avranno finito di pagare l’ultima rata.
Corruzione, mafie, evasione fiscale costano ad ogni cittadino 4 mila euro l’anno